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Tarma della cera - Galleria Mellonella |
Chi fa l'apicoltore la combatte perchè distrugge i favi ( e non solo ) di cera che hanno contenuto covata.
Chi fa il pescatore la cerca e la ama.
Ora questa tarma, a quanto pare ha una peculiarità in più, è in grado di biodegradare il polietilene, la plastica più diffusa al mondo. Questa tarma per degradare la cera d'api ha sviluppato enzimi in grado di rompere legami simili a quelli presenti nel polietilene.
Una scoperta sensazionale fatta da un gruppo di ricercatori dell'Università della Cantabria a Santander, in Spagna, e dell'Università di Cambridge, in Gran Bretagna, che firmano un articolo su "Current Biology".
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Dettaglio di danni su favo |
Come molte scoperte anche questa è avvenuta per caso. Lasciando queste tarme all'interno di un sacchetto di plastica i ricercatori hanno verificato che il 14 ore il 13% della massa di plastica era stata divorata. Ulteriori studi hanno identificato che il sottoprodotto di questa digestione è un composto organico anticongelante (glicole etilenico).
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Favo da nido danneggiato dalla tarma |
Una piccola considerazione personale. Chiunque abbia a che fare con favi di cera dimenticati in arnie di legno o cassettino di polistirolo ha notato questa caratteristica.
Personalmente mi è capitato di dover buttare un cassettino perché inutilizzabile (era tutto mangiato e forato dalla tarma).
Spesso capita che le osservazioni scientifiche partano dal basso o avvengano per caso.
Resta il fatto che questa scoperta avrà sicuramente impatti ambientali positivi e spero, in un breve periodo.
La notizia non è nuova, si attendono ulteriori prove per stabilire se i residui lasciati dalla tarma a seguito di nutrimento con plastica, siano effettivamente biodegradabili, o se rappresentano ancora un problema insoluto.
RispondiEliminaÈ STATA INVENTATA PERCHÉ DURASSE NEL TEMPO,purtroppo e quella che gettiamo di più. SPERIAMO IN BENE .
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