Lettori fissi

martedì 23 aprile 2019

Lotta biomeccanica alla varroa

Varroa
Come sappiamo la varroa predilige la covata a fuco per completare il suo ciclo vitale, sfruttando questa caratteristica è possibile ridurre il numero di varroa presente nell'alveare durante tutto il corso della stagione apistica fintanto che le api alleveranno fuchi.
L'utilizzo di questa tecnica non è assolutamente sostitutivo ai trattamenti contro la varroa che si fanno in estate e Dicembre, ma serve sostanzialmente ad avere un numero di varroa quanto più limitato nei nostri preziosi alveari.
Per adottare questa pratica sostanzialmente io uso due sistemi ovvero:


  • Telaio Campero e sue varianti
  • Telaio trappola realizzato con un telaio da melario

Telaio Campero e sue varianti


Sostanzialmente è un telaio da nido a cui si applicano dei montanti verticali così da dividere in 3 settori uguali il telaio.

Si introduce generalmente 4 settimane prima dell'inizio del periodo di sciamatura, le prime due settimane al centro della covata, successivamente si sposta tra l'ultimo telaio di covata e il primo di scorte. Va lasciato all'interno dell'alveare per tutto il periodo di allevamento dei fuchi e tendenzialmente va messo solo in quelle famiglie esistenti dall'anno precedente.

Dopo 8 giorni dall'inserimento del telaio, occorre eliminare quanto costruito in un settore, andando a prediligere l'eliminazione di quel favo costruito magari per contenere covata femminile.
Alla visita successiva si andrà ad eliminare completamente il settore che contiene la covata più giovane. 
Alla terza visita dopo altri 7 giorni , si andrà ad eliminare il settore con la covata completamente opercolata e si ha il primo abbattimento di varroa.

Da questo momento in poi si entra nel ciclo vero e proprio di abbattimento, ovvero a cadenza di 7 giorni si andranno a eliminare i settori opercolati. Sottolineo il fatto che oltre ad abbattere la varroa, recupererete tanta buona cera d'api pura.

Il telaio può essere modificato inserendo una parte di legno piena corrispondente alla sponda di miele che le api generalmente formano nella parte superiore del favo.
Alcuni apicoltori hanno modificato il telaio Campero, che a loro avviso aveva difetti come far indebolire troppo la famiglia, fra questi segnalo Baragatti e Canelli. 
Questo metodo è anche molto utile per capire lo stato della famiglia, sia come forza sia come indice di febbre sciamatoria.


Telaio trappola realizzato con un telaio da melario

Personalmente ho adottato questo sistema, lo trovo maggiormente pratico e meno laborioso, e realizzabile senza modificare telai da nido.

Ci si avvale di un normale telaio da melario al quale saldo il classico foglio cereo. Lo introduco a inizio aprile fra l'ultimo telaio di covata e il primo telaio di scorte, dove si posizionano normalmente i telai con fogli cerei, e attendo la costruzione, dapprima le api inizieranno a costruire la cera sul foglio cereo poi inizieranno a costruire nella parte sottostante del telaio un favo con covata a fuco che verrà prontamente riempito di covata. 
Si attende che la covata venga opercolata per un 70 per cento e si rimuove, avendo cosi un radicale abbattimento di varroa in un unica visita. Successivamente si ricomincia il ciclo e generalmente durante la stagione se ne riescono ad effettuare 3 o 4.
Anche con questo sistema si recupera una buona quantità di cera pura, un piccolo difetto, a volte le api attaccano il favo naturale alle pareti dell'arnia e risulta un poco difficoltoso rimuovere i residui di cera. Questo accade sopratutto durante il primo ciclo di costruzione.

Sottolineo ancora il fatto che questa metodologia di approccio alla riduzione del carico di varroa non è da intendersi risolutivo e va sempre inteso come un integrazione alla lotta alla varroa fatta come indicato dalle associazioni o riviste di settore o libri e manuali, con prodotti ammessi dalla legge.


Di seguito alcuni link a prodotti anti varroa:



sabato 20 aprile 2019

Fitofarmaci, autorizzato formulato a base di Geraniolo e Timolo contro i nematodi galligeni


E’ stata accolta dal Ministero della Salute la richiesta presentata da Coldiretti per l’uso d’emergenza di un formulato contenente le sostanze attive Geraniolo e Timolo con azione nematocida, per il controllo dei nematodi galligeni appartenenti al genere Meloidogyne spp.

I principi attivi presentano insieme un’attività sinergica che rende il prodotto efficace nella protezione delle radici di solanacee (pomodoro, melanzana, peperone, peperoncino) e cucurbitacee (Anguria, Melone, Zucca, Cetriolo, Zucchino) dagli attacchi dei nematodi che si trovano nel terreno allo stadio di forma libera (J2). Il prodotto non è sistemico ed agisce prevalentemente per contatto. Il prodotto può essere impiegato nel periodo 03/04/2019 al 01/08/2019.

Il prodotto, in forma liquida, può essere applicato dal trapianto/semina fino alla raccolta, con intervalli tra i trattamenti di 10-14 giorni. Per quanto riguarda il metodo di applicazione ed i volumi di acqua occorre trattare il terreno tramite l’esistente impianto di irrigazione a goccia con manichetta forata, utilizzando volumi di acqua (10.000 – 20.000 litri/ha) sufficienti a distribuire il prodotto nella fascia di terreno dove si sviluppano le radici.

Al fine di ricreare le migliori condizioni per la giusta penetrazione e distribuzione del formulato, nel terreno si raccomanda di non diluire il prodotto con il volume totale di acqua prestabilito. È importante distribuire circa il 50 % del volume di acqua di irrigazione prevista, prima dell’applicazione del prodotto e, solo successivamente, incorporare il formulato con circa il 20 % di acqua, concludendo, infine, distribuendo il restante 30% di acqua.
Fonte: IL punto Coldiretti

giovedì 18 aprile 2019

Con l'arrivo della primavera attenti alle zecche!!!

Effettivamente se ne parla poco ma è un problema serio che riguarda chiunque vada in apiario, bambini compresi, ovvero le zecche!
Spesso si leggono commenti al limite del ridicolo accompagnati da frasi del tipo: "cosa vuoi che sia è solo una zecca!!"
Eppure c'è da stare attenti e per vari motivi.

Di seguito riporto quanto scritto dall' Istituto Superiore della Sanità con la speranza che lo leggiate e non prendiate sottogamba questa problematica, sopratutto se in apiario ci andate con dei bambini!

Malattie trasmesse dalle zecche
Gli Ixodidi sono in grado di trasmettere all’uomo numerose e differenti patologie: la borreliosi di Lyme, l’ehrlichiosi, le febbri bottonose da rickettsiae, la tularemia, la febbre Q, la babesiosi e l’encefalite virale. Gli Argasidi sono vettori di patologie meno rilevanti dal punto di vista epidemiologico: febbri ricorrenti da zecche e febbre Q. Con l’inizio della bella stagione le zecche abbandonano lo stato di letargo invernale e si avviano alla ricerca di un ospite da parassitare. Nei mesi primaverili ed estivi, che vanno da aprile a ottobre, è quindi più frequente cadere vittima del cosiddetto "morso da zecca". Il morso della zecca non è di per sé pericoloso per l’uomo, i rischi sanitari dipendono invece dalla possibilità di contrarre infezioni trasmesse da questi animali in qualità di vettori.

L’eziologia di queste malattie da vettore comprende diversi microrganismi: protozoi, batteri e virus.

Le patologie infettive veicolate da zecche che presentano rilevanza epidemiologica nel nostro Paese sono principalmente:
La maggior parte di queste malattie può essere diagnosticata esclusivamente sul piano clinico, ma una pronta terapia antibiotica, nelle fasi iniziali, è generalmente risolutiva in particolar modo per le forme a eziologia batterica. Solo raramente (fino al 5% dei casi) e in soggetti anziani o bambini queste infezioni possono essere pericolose per la vita.

Prevenzione
Esistono alcune precauzioni per ridurre significativamente la possibilità di venire a contatto con le zecche, o perlomeno per individuarle rapidamente, prima che possano trasmettere una malattia.

In generale, è consigliato:
  • indossare abiti chiari (rendono più facile l’individuazione delle zecche), coprire le estremità, soprattutto inferiori, con calze chiare (meglio stivali), utilizzare pantaloni lunghi e preferibilmente un cappello
  • evitare di toccare l’erba lungo il margine dei sentieri, non addentrarsi nelle zone in cui l’erba è alta
  • al termine dell’escursione, effettuare un attento esame visivo e tattile della propria pelle, dei propri indumenti e rimuovere le zecche eventualmente presenti. Le zecche tendono a localizzarsi preferibilmente sulla testa, sul collo, dietro le ginocchia, sui fianchi
  • trattare gli animali domestici (cani) con sostanze acaro repellenti prima dell’escursione
  • spazzolare gli indumenti prima di portarli all’interno delle abitazioni.
Inoltre, in commercio esistono repellenti per insetti (DEET, N-dietiltoluamide, icaridina, permetrina) e prodotti piretroidi da spruzzare sugli abiti.

Se individuate sulla pelle, le zecche vanno prontamente rimosse perché la probabilità di contrarre un’infezione è direttamente proporzionale alla durata della permanenza del parassita sull’ospite. Infatti, solo dopo un certo periodo (alcune ore) in cui è saldamente ancorata per alimentarsi, la zecca rigurgita parte del pasto, inoculando nel sangue dell’ospite eventuali patogeni. Bisogna comunque tenere presente che solo una percentuale di individui è portatore di infezione.

Rimozione della zecca

Cosa non fare:
  • Non utilizzare mai per rimuovere la zecca: alcol, benzina, acetone, trielina, ammoniaca, olio o grassi, né oggetti arroventati, fiammiferi o sigarette per evitare che la sofferenza indotta possa provocare il rigurgito di materiale infetto.
Cosa fare:
  • la zecca deve essere afferrata con una pinzetta a punte sottili, il più possibile vicino alla superficie della pelle, e rimossa tirando dolcemente cercando di imprimere un leggero movimento di rotazione. Attualmente si possono trovare in commercio degli specifici estrattori che permettono di rimuovere la zecca con un movimento rotatorio
  • durante la rimozione bisogna prestare la massima attenzione a non schiacciare il corpo della zecca, per evitare il rigurgito che aumenterebbe la possibilità di trasmissione di agenti patogeni
  • disinfettare la cute prima e dopo la rimozione della zecca con un disinfettante non colorato. Dopo l’estrazione della zecca sono indicate la disinfezione della zona (evitando i disinfettanti che colorano la cute, come la tintura di iodio)
  • evitare di toccare a mani nude la zecca nel tentativo di rimuoverla, le mani devono essere protette (con guanti) e poi lavate
  • spesso il rostro rimane all’interno della cute: in questo caso deve essere estratto con un ago sterile
  • distruggere la zecca, possibilmente bruciandola
  • dopo la rimozione effettuare la profilassi antitetanica
  • annotare la data di rimozione e osservare la comparsa di eventuali segni di infezione nei successivi 30-40 giorni per individuare la comparsa di eventuali segni e sintomi di infezione
  • rivolgersi al proprio medico curante nel caso si noti un alone rossastro che tende ad allargarsi oppure febbre, mal di testa, debolezza, dolori alle articolazioni, ingrossamento dei linfonodi.
Uso di antibiotici
La somministrazione di antibiotici per uso sistemico nel periodo di osservazione è sconsigliata, perché può mascherare eventuali segni di malattia e rendere più complicata la diagnosi. Nel caso in cui, per altre ragioni, fosse necessario iniziare un trattamento antibiotico, è opportuno impiegare farmaci di cui sia stata dimostrata l’efficacia sia nel trattamento delle rickettsiosi che delle borreliosi.



mercoledì 17 aprile 2019

Lavori in apiario - Aprile

Il detto dice "Aprile non ti scoprire" ed è un detto verissimo in quanto seppur la primavera avanza a grandi passi regalandoci fioriture e polline in abbondanza, occorre ricordarsi che sono possibili ritorni di freddo e gelo, sopratutto notturno e pioggia anche copiosa per giorni.

In questo mese è importante dare spazio alla famiglia ma poco alla volta e secondo necessità, sopratutto se vi trovate in zone soggette per conformazione geografica a ritorni di freddo o se siete in zone appenniniche o montane.

Occorre inoltre fare attenzione a valutare bene lo stato di salute della covata e della colonia sopratutto da quelle patologie che sono legate all'umidità ambientale, ovvero malattie fungine come la covata calcificata e similari.

Sempre in questo periodo è possibile effettuare il cambio dei telaini vecchi e inserire fogli cerei, consiglio di metterlo fra il primo telaio di scorta e l'ultimo di covata e mai metterlo al centro della covata per svariati motivi fra cui il rischio di spaccare il nido se l'importazione non è sufficiente a garantirne una celere costruzione; si rischia di danneggiare la covata durante improvvisi  ritorni di freddo.
Altro discorso invece se si dispone di favi già costruiti, essi possono essere tranquillamente collocati al centro della covata in quanto verranno deposti in maniera celere dalla regina.
Noterete che in questo periodo le api importano moltissimo polline, questo è necessario per far deporre la regina in maniera copiosa e dico questo per sottolineare a quanti intendono per necessità o filosofia aziendale nutrire le arnie per stimolare la deposizione mediante sciroppo 1:1, di valutare che sia presente una robusta importazione di polline, altrimenti la covata non viene stimolata e lo sciroppo finirà stivato nei telai di scorta.
Altro sistema per favorire la stimolazione della covata è quello di sforchettare ( uno per volta e non tutti assieme ) i telai opercolati di scorte e collocarli al centro della covata. Questo sistema è il massimo del benessere e della stimolazione per l'alveare ma non sempre possibile da attuare.

In base alle varie zone di Italia si può iniziare ad avere a che fare con la prima febbre sciamatoria della stagione, le api iniziano a costruire celle reali di sciamatura, mentre in altre zone è possibile che già partano i primi sciami e gli apicoltori oltre a postare il prodigio della sciamatura con foto sui social, sono costretti a correre dietro le loro api appese a qualche ramo comodo quando si è fortunati.

Sempre in questo periodo è possibile iniziare la lotta biomeccanica alla varroa, argomento che tratterà con un post specifico, assieme alle tecniche per prevenire la sciamatura.

Quindi ricordate:


  • Date spazio alle famiglie
  • Eliminate gli ultimi favi vecchi 
  • Controllate lo stato di salute della covata
  • Guardate con attenzione la presenza di cupolini o celle reali
  • Guardate se sono presenti i fuchi, se presenti in abbondanza potete pensare di dividere la famiglia per aumentare la quantità di alveari ( a scapito della produzione di miele )
  • Pareggiate le famiglie per averle quante più uniformi possibili nello stesso apiario
  • Tenete sempre d'occhio le scorte in caso di maltempo
  • Se siete in una zona favorevole al raccolto osservate se le api imbiancano i telai e a quel punto mettete escludi regina e melario
  • Ricordatevi che le famiglie più numerose di api entrano di norma prima in febbre sciamatoria







Di seguito lascio il link alla pagina libreria : Accedi

venerdì 12 aprile 2019

Fioritura dell'acacia, a che punto siamo?

Ecco i primi dati sullo stato di fioritura dell acacia. Occorre cliccare sul link sottostante e scaricare il pdf molto dettagliato e preciso. 

Sale l'attesa come tutti gli anni!!!





giovedì 11 aprile 2019

Manuale di buone prassi igieniche

Il manuale di buone prassi igieniche per la gestione delle lavorazioni nel laboratorio di smielatura è un documento indispensabile e va prodotto a carico di chi decide di aprire il proprio laboratorio o locale di smielatura in cui è il solo a lavorarci. 
Anche io mi sono imbattuto in questa doverosa pratica e inizialmente proprio non sapevo come fare, richiesi vari preventivi per la stesura ma il costo era insostenibile per le mie finanze e soprattutto per il fine ultimo del manuale.
Cosa fare allora?
Mi sono affidato alle ricerche personali in rete, non facili a dire il vero in quanto le risorse trovate o erano molto generiche e spesso riportavano a studi pronti a stilarti il manuale o erano poco inerenti a quello che mi serviva.
Poi però dopo giorni di ricerca misi insieme i vari tasselli e facendo tesoro di quanti manuali dovetti leggere quando ero RLS nel precedente lavoro e con una buona dritta datami da una buona anima pia di cui non ricordo il nome ma che comunque ringrazio tanto, decisi di redigerlo in proprio. 

Devo dire che il manuale piacque molto per precisione e dettagli all'ASL competente.

Il manuale è composto da 28 pagine più allegati e si struttura nella seguente maniera:

Indice

INTRODUZIONE                                              PAG. 4
STRUTTURA DEL MANUALE                                     PAG. 4
DEFINIZIONI                                               PAG. 5
NORMATIVE E ALTRE FONTI                                   PAG. 6

1.  DATI AZIENDALI                                       PAG. 8
2.  DESCRIZIONE DELLE ATTIVITÀ’                          PAG. 9
2.1 ATTIVITÀ’ AZIENDALE                         PAG. 9
2.2 CONDUZIONE DEGLI APIARI                     PAG. 9
2.2.1 GESTIONE DELLE FAMIGLIE DI API             PAG. 11
2.3 DESCRIZIONE DELLE ATTIVITÀ’ DI LAB.         PAG. 12
2.4 DESCRIZIONE DEL LABORATORIO                 PAG. 12
2.4.1 GESTIONE RIFIUTI E CERA                   PAG. 12
2.4.2 GESTIONE ANIMALI INFESTANTI               PAG. 13
2.4.3 GESTIONE PULIZIA LAB. E ATTREZZATURE      PAG. 13
2.4.4 GESTIONE MANUTENZIONE ATTREZZATURE        PAG. 13
2.4.5 FONTI ENERGETICHE UTILIZZATE              PAG. 13
3.  ANALISI DEL RISCHIO E DELLE PROCEDURE DI CONTROLLO   PAG. 13
4.  DESCRIZIONI FASI PRODUTTIVE DEI PRODOTTI             PAG. 15
4.1 PRODUZIONE MIELE                            PAG. 15
4.1.1 DESCRIZIONE DELLE FASI                    PAG. 16
4.2 PRODUZIONE DI PAPPA REALE                   PAG. 19
4.2.1 DESCRIZIONE DELLE FASI                    PAG. 20
4.3 PRODUZIONE DEL POLLINE                      PAG. 22
4.3.1 DESCRIZIONE DELLE FASI                    PAG. 23
4.4 PRODUZIONE PROPOLI GREZZA                   PAG. 25
4.4.1 DESCRIZIONE DELLE FASI                    PAG. 26
5.  PROCEDURA PER LA PULIZIA DEL LAB. E ATTREZZATURE     PAG. 28
IGIENE DEL PERSONALE E FORMAZIONE


ALLEGATI
ALLEGATO 1 – REGISTRO PRODUZIONE E TRACCIABILITA’ MIELE
ALLEGATO 2 – REGISTRO PRODUZIONE E TRACCIABILITA’ POLLINE, PAPPA REALE,     PROPOLI GREZZA
ALLEGATO 3 – ELENCO ATTREZZATURE
ALLEGATO 4 – PIANIFICAZIONE DELLE OPERAZIONI DI PULIZIA DEL LABORATORIO E ATTREZZATURE
ALLEGATO 5 – ELENCO PRODOTTI CHIMICI
ALLEGATO 6 – REGISTRO TRATTAMENTI
ALLEGATO 7 – REGISTRO DELLE NON CONFORMITÀ’
ALLEGATO 8 – PLANIMETRIA DEL LABORATORIO
ALLEGATO 9 – AUTORIZZAZIONE VENDITA DIRETTA
ALLEGATO 10 – SCIA SEGNALAZIONE CERTIFICATA INIZIO ATTIVITÀ’
ALLEGATO 11 – ATTESTATI CORSO FORMAZIONE HACCP
ALLEGATO 12 – ELENCO FORNITORI
ALLEGATO 13 – ELENCO CLIENTI ( AZIENDE O TITOLARI DI P.I. )
ALLEGATO 14 – VARIE


Ogni sua parte va compilata con cura e tenuta sempre aggiornata in caso di controllo deve essere tutto aggiornato. Inoltre qualora si cambiassero metodologie di approccio alla lavorazione, dismissioni di attrezzature e acquisto di nuove, il manuale va aggiornato e va riportata data e numero di revisione, avendo cura di conservare il testo precedente che può essere richiesto in caso d controllo. 

Qualora foste interessati alla compilazione del manuale contattatemi! Io intanto vi fornisco qualche link utile:

Se volete il mio dovete scrivermi!

Qualche link utile all'acquisto di abbigliamento idoneo durante le fasi di lavorazione in laboratorio


lunedì 8 aprile 2019

Cupolarve! Strumento utile oppure no ?

Cupolarve e il kit gioco delle regine
Al solo nominarlo i più storgono il naso, i puristi cercano di convertirti in nome della fede dei traslarvi, altri invece non sanno nemmeno di cosa si sta parlando.

Ma detto questo, in quanti effettivamente lo hanno testato o provato?
Quanti invece come spesso accade parlano per partito preso?
Quanti lo usano da anni?

Ma cosa è questo cupolarve?

Niente di troppo traumatico e strano. Si tratta di una "scatolina" plastica ( l'originale è della Nicot ) in cui, una volta ingabbiata la regina al suo interno, essa può deporre  le uova all'interno dei cupolini di plastica normalmente utilizzati da chi effettua traslarvi per produrre api regine.

A questo punto penserete sia un oggetto fantastico, ma come tutti gli attrezzi, anche questo nasce per uno scopo, un target lavorativo e ha accortezze varie per funzionare al meglio.

Il cupolarve permette alla regina di poter usufruire di 110 celle in cui deporre le proprie uova. Una volta fissato ad un telaio va montato un foglio cereo nella restante parte del telaio. Come prima cosa occorre precisare che bisogna far costruire il cereo attorno al cupolarve e far "prendere l'odore" della famiglia a questo telaio, quindi va inserito anticipatamente nell'arnia, pena la mancata deposizione nei cupolini.

Sono svariati anni che lo uso per produrre parte delle regine che utilizzo in azienda e i risultati sono più che buoni. Dopo vari tentativi ho appurato che il metodo ottimale per avere una buona accettazione di larve nello starter è il seguente:
  1. Se si utilizza per la prima volta aspettare che il cereo sia costruito e contenga scorta o covata
  2. Posizionare il telaio col cupolarve in mezzo alla covata una volta ingabbiata la regina
  3. Ingabbiare la regina per 5 giorni
  4. Prelevare e usare i cupolini che presentano larve con un buon quantitativo di pappa reale
  5. Evitare di usare cupolini con le uova
  6. Lavare i cupolini in maniera profonda solo a fine stagione (salvo necessità in corso d'opera)
Ora da questi 5 punti è chiaro che io sia molto selettivo e su 110 cupolini disponibili utilizzo alla fine 20/30 cupolini che mi piacciono di più, ovvero che abbiano una buona quantità di pappa reale. 
Usando questo metodo ho notato un'ottima accettazione ma nel contempo va chiarito subito che si può ingabbiare la regina per un numero limitato di volte nel corso della stagione produttiva, quindi non è certo uno strumento nato per i produttori di regine ma, a mio modesto parere, è rivolto a chi vuole farsi le regine ma non padroneggia la tecnica del traslarvo (magari soffre di artrite o ha la mano tremante nel tenere il picking, oppure inizia ad avere problemi di vista) che non è semplice e banale come molti lasciano intendere. Altra annotazione importante: non usatelo per ingabbiare la regina durante il blocco di covata !!!

Il resto del procedimento per produrre regine resta poi invariato. 
Ora cerco di elencare quelli che per me sono i punti di forza di questo sistema e quelli di debolezza.

Punti di forza:
  • Non occorre traslarvo
  • Pratico
  • Sempre disponibile in apiario ( non rischi di dimenticarlo a casa come può accadere con altre attrezzature )
  • Si può acquistare a buon prezzo
  • Non servono leggii, panni umidi o postazioni dedicate al traslarvo
Punti di debolezza:
  • Produzione limitata di regine
  • Non usarlo mai in periodi di forte siccità ( es. Estate 2017 ) 
  • Occorre avere tanti cupolini a disposizione ( si perdono )
  • Se non è Nicot ma di altra marca, i cupolini potrebbero "ballare" un pochino per la minore qualità di stampaggio delle plastiche
  • Costo un po alto dell'originale Nicot ( ma è fatto decisamente meglio di quelli delle altre marche )
Appena lo utilizzerò in stagione vi mostrerò passo passo come lo utilizzo e ribadisco resta un supporto, il traslarvo è una tecnica che un'apicoltore che vuole produrre api regine deve saper padroneggiare.

Link per l'acquisto dell'occorrente se interessati a usare il cupolarve ( libro in lingua inglese ) 


Cerchi un modulo che ti aiuta a ricordare le date dal traslarvo alla fecondazione dell'ape regina? Clicca qui

domenica 7 aprile 2019

Modifiche al valore standard della produzione per alveare

Finalmente si è provveduto a modificare il valore standard della produzione per alveare, una volta
fissato a 44€ e uguale in tutte le regioni d'Italia, in un valore più consono e differenziato.
Quando nel 2010 si fissò il valore a 44€ per alveare, di fatto si impedì a molti di coloro che aprirono un'apicoltura di accedere a fondi e a Piani Regionali di Sviluppo ( PSR ).

Io stesso mi trovai a non potervi accedere a causa di questo impedimento. 

Per fortuna che i valori sono cambiati e questo renderà più agevole accedere a quanto previsto dalle norme sui fondi, ma come sempre si viene a creare una forte disparità nel settore, perché ci sarà chi i fondi riuscirà a prenderli e chi, visto negarli, ha acceso un prestito e deve ammortizzarlo nei costi annuali dell'azienda.

Fatta questa piccola polemica resta comunque un fatto estremamente positivo che permetterà lo sviluppo del settore!

Di seguito riporto la tabella con u nuovi valori di produzione standard

























sabato 6 aprile 2019

Amazon Business, opportunità per le aziende



Amazon Business è il nuovo servizio messo a disposizione da Amazon e dedicato a professionisti, aziende e partite IVA
Si tratta di un negozio online dedicato a chi si occupa dell'approvvigionamento dell'azienda di qualsiasi dimensione e che deve acquistare attrezzature professionali e prodotti per il lavoro.


Tutti i prezzi di Amazon Business, sono infatti già visualizzati al netto dell'IVA ed il servizio permette, in maniera immediata e semplice, di effettuare il download delle fatture degli acquisti effettuati. Non solo: Amazon Business mette a disposizione una serie di strumenti per semplificare e ottimizzare il processo d'acquisto, come ad esempio la possibilità di approvare ordini o di analizzare le spese.



Quanto costa e a chi è rivolto Amazon Business?
L'account Amazon Business è completamente gratuito.
La registrazione di un account Amazon Business è immediata, ma la conferma dell'account può richiedere fino a tre giorni per effettuare tutte le verifiche del caso.

Cosa devo fare per registrarmi ad Amazon Business?
Per creare un account Amazon Business è necessario usare un indirizzo email valido, oltre a fornire un indirizzo, numero di partita IVA o di identificazione aziendale, ragione sociale o qualsiasi altra informazione che possa essere utile per verificare l'idoneità ad Amazon Business. 

Quali informazioni sono richieste per registrare un account Amazon Business?
Amazon richiede di fornire un numero di partita IVA, un numero di partita IVA comunitario o un codice fiscale di impresa. E' necessario usare poi la ragione sociale completa nella sezione "Ragione sociale" e non un nome personale o quello del dipartimento aziendale.

Posso convertire l'account personale ad un account Amazon Business?
E' possibile, ma è bene che l'indirizzo email associato all'account sia quello aziendale. Inoltre, nel caso l'account personale preveda Amazon Prime, l'iscrizione a Prime sarà girata automaticamente all'account Amazon Business che potrà beneficiare di tutti i vantaggi di Prime.


Se vuoi saperne di più, clicca sul banner sottostante e valuta se passare ad Amazon Business possa fare al caso tuo. Io l'ho fatto e devo dire che mi trovo molto bene. Un servizio ideale per chi è possessore di partita iva! 

giovedì 4 aprile 2019

Diaframmi per propoli

Quattro anni fa, nella piena foga chi di chi si fa prendere la mano in apicoltura, comprai dei diaframmi per la produzione di propoli.

Acquistai il modello in foto, pagandolo poco più di 30 euro cadauno, ne comprai 5 considerando l'alto costo. In questo strumento riponevo tante aspettative, mi ripetevo sempre " con quel che costa deve farmi raccogliere tanta propoli! "

Appena arrivati a casa fui piacevolmente sorpreso per la fattura dei diaframmi, ben realizzati, devo dire che l'acciaio usato per il diaframma è di buona qualità e di uno spessore adeguato, lavorato con cura non presenta bave che possano compromettere i guanti con cui lavoro ne tanto meno di tagliarsi. Per togliere la propoli raccolta ( in forma di pastiglie ) occorre smontare la lamina di acciaio rimuovendo le viti che la tengono ancorata al telaio, riporla 10 minuti in congelatore per raffreddare la propoli e quindi renderla facilmente removibile ed il gioco è fatto. Altro pregio è la facile detersione, sanificazione della lamina in quanto è in acciaio inox.

L'utilizzo di questo diaframma è classico ovvero va posto nell'arnia come un normale diaframma con la lamina di acciaio rivolta verso il nido popolato di api. Nella parte posteriore vi è una rete che serve per creare un effetto di passaggio di aria, ed è proprio questo effetto che dovrebbe invitare le api a chiudere i fori sulla lamina di acciaio con la propoli.
Purtroppo i risultati ottenuti sono stati di scarso raccolto, in svariate condizioni e stagioni, ma toglieteli nell'ultima visita prima dell'inverno in quanto tendono a formare condensa e raffreddare il nido.

In quattro anni di utilizzo le api non hanno mai chiuso tutti i fori del diaframma e francamente posso dire di essere deluso da questo tipo di diaframma il cui rapporto Costo/Raccolto è del tutto insoddisfacente.

Ritengo più efficienti le reti in nylon e plastica che oltre a mantenere un costo accessibile permettono anche una raccolta più efficace, sopratutto nella stagione calda quando l'utilizzo di queste ausili migliora anche la ventilazione dell'alveare.


Di seguito trovate i link ad alcuni prodotti inerenti la raccolta propoli e dei libri sulle proprietà della propoli. 

lunedì 1 aprile 2019

Alberi a protezione del clima, la Pianura padana faccia come l'Australia

Gli alberi sono l’unico sistema veramente efficace che abbiamo oggi per diminuire l’inquinamento da gas serra come la CO2 ( anidride carbonica), ci servono più alberi, più superfici verdi, più orti urbani e domestici . Ma piantare alberi non è solo una fantastica scelta altruistica per aiutare i nostri figli e lasciare un mondo ricco di biodiversità, è anche una scelta “egoistica” nel senso che gli alberi producono da subito grandi quantità di ossigeno permettendoci di respirare meglio ed assorbono per ogni tonnellata di nuova massa legnosa che si sviluppa, fino a 1 tonnellate di CO2 rimuovendola dall’aria e la fissano per secoli nel loro tronco. Si considera una resa media di 1,2-1,4 p € er ogni euro investito nel verde, ma a New York o in grandi metropoli come Milano o Roma questo valore può raggiungere anche i 5 € (dati Urban Forest Research).
Le foreste e la loro cura sono una grande occasione di sviluppo economico e di lavoro.  La Pianura Padana e le sue città sono una delle regioni europee con il più alto tasso di mortalità legato all’inquinamento. Sostituire le foreste di capannoni abbandonati che infestano Veneto, Lombardia e Piemonte con nuove e rigogliose foreste di pianura e fondovalle, che un tempo ricoprivano quei luoghi,  sarebbe un’ impresa meravigliosa anche in Italia. In Olanda a Rotterdam nell’elegante quartiere di Kralingen è stato piantato un bosco di centinaia di ettari che dopo 60 anni è diventato anche una grande attrazione turistica.

Piantare un miliardo di nuovi alberi tra città e pianura, avrebbe un impatto fantastico sull’inquinamento e sul miglioramento della qualità della vita per le popolazioni che sarebbero coinvolte dal progetto.


Foreste, Australia (AFP)


Attenzione però, nell’infinita biodiversità vegetale occorre selezionare gli alberi più adatti a crescere in città, perché magari perdono poche foglie in inverno riducendo i costi legati alla raccolta delle stesse o più adatti ad assorbire il rumore ed essere piantati lungo le strade. Esistono alberi più adatti al clima dei prossimi anni, più resistenti ai cambiamenti ambientali e di temperatura, e soprattutto nelle città per massimizzare i benefici occorre scegliere l’albero giusto al posto giusto.

È stato calcolato dal Worldwatch Institute anche un valore economico dell’albero in città,  nell’arco di 50 anni di vita, un albero può generare € 20.000 in ossigeno, € 22.500 per il riciclo dell’acqua, € 40.000 per la bonifica dell’aria dall’inquinamento, per un guadagno totale di quasi 100.000 € per ogni albero, senza contare tutti gli altri vantaggi non misurabili economicamente.




Gli alberi puliscono l’aria che respiriamo dalle micidiali polveri sottili, producono ossigeno, aumentano la biodiversità, ci proteggono dal rumore, riducono i consumi legati al riscaldamento ed al raffreddamento anche del 20%, assorbono fino al 50% dell’acqua in caso di temporali, l’umore di chi abita accanto a viali e giardini è migliore e riducono la depressione. Cosa stiamo aspettando ad iniziare l’unica grande opera veramente essenziale e non rinviabile, un piano straordinario per piantare e curare un miliardo di alberi nelle città e territori urbani italiani, farebbe la differenza e lascerebbe un tesoro prezioso ai nostri figli.