Primavera, una parola che oramai non si riesce più a collocare in maniera specifica sul calendario. Ogni stagione è sempre caratterizzata da fattori aleatori ma nelle ultime stagioni a questi fattori si aggiunge il fattore climatico.
Stiamo via via assistendo all'assenza dell'inverno, delle nevicate, delle piogge del periodo. Stagioni secche, calde e soleggiate, con temperature ben oltre la media e la conseguenza diretta di questi fattori porta al risveglio anticipato degli alveari e della vegetazione.
Si legge ormai di ciliegi selvatici fioriti, di pruni in fiore, di fioriture in genere anticipate di svariate settimane nei crinali ombreggiati, io stesso ne sono testimone.
Quindi che fare con stagioni anticipate?
Io posso solo raccontarvi la mia esperienza e ciò che faccio nel mio areale appenninico nel quale vivo e lavoro.
Come avrete letto nel precedente articolo, ho già effettuato la prima visita dell'anno ( link all'articolo ) e ho elencato a grandi linee quello che ho fatto. Ora entro un po più nel dettaglio di quelle che sono le operazioni a mio avviso importanti da dover adottare per non avere brutte sorprese in caso di ritorni di freddo e gelo, così da preparare le api ad affrontare al meglio la stagione.
La prima cosa a cui penso sono i possibili ritorni di freddo. Per tutelarmi da questa eventualità e per non avere covata sparsa su troppi telai stringo la famiglia, tolgo in primis i telai che erano scorta o covata e sono ormai vuoi, e li porto in magazzino segnando la provenienza dell'arnia ( questo lo faccio per un fattore di tutela igienica ). Successivamente valuto telaio per telaio e senza stravolgere la composizione del nido vado a ridurlo tra due diaframmi.
Legenda:
- rettangolo rosso: Diaframma
- rettangolo verde: scorte
- rettangolo verde chiaro: poche scorte
- rettangolo giallo: covata presente più o meno estesa
- rettangolo bianco: telaio vuoto
![]() |
| Fig.1 - Arnia invernata su 8T le api presidiavano 7T |
![]() |
| Fig.2 - Arnia alla prima visita della stagione le api presidiano 6T |
![]() |
| Fig.3 - Come si presenta l'arnia dopo la visita |
Nella figura 3 le api abbondano rispetto ai telaini e questo permette una migliore termoregolazione della covata ed espansione della stessa, inoltre mi tutela da ritorni di freddo importanti, che non vanno sottovalutati.
Nell'osservare il nido e prima di procedere al restringimento valuto la composizione delle scorte e l'importazione di nuove risorse, soprattutto il polline, elemento fondamentale per lo sviluppo di una covata forte e sana.
Controllo la compattezza della covata e la presenza di patologie della stessa. Tutto ora deve essere perfetto, nulla deve essere lasciato al caso e nulla deve essere oggetto di dubbio. Devono proseguire nella stagione solo le famiglie sane e forti.
Proseguendo nei controlli si prendono provvedimenti per le famiglie orfane e quindi si procede a riunire le arnie orfane con le famiglie più deboli cosi da avere arnie pronte alla produzione successivamente.
Si mettono in atto tutte quelle operazioni che porteranno gradualmente ad avere famiglie belle popolose ed equilibrate, pronte alla produzione.
L'importante in questa fase è non farsi prendere dall'enfasi e allargare nidi o fare operazioni più adatte ai mesi successivi. Ora si eseguono operazioni di contenimento e sviluppo esplosivo delle colonie.
Una volta richiusa l'arnia mi assicuro di pulire il vassoio in lamiera per valutare meglio sia la caduta naturale della varroa che l'attività dell'alveare.
![]() |
| C'era una volta la neve |
Cosa non trascurabile in questo periodo sono le scorte. Provvedo a rifornire alle api un pane di candito. Perché questa azione a prescindere? Semplice; è periodo di influenza e il meteo può cambiare repentinamente e non voglio avere il patema di dover correre in soccorso se la situazione volge al peggio nel giro di pochi giorni ( e magari sono malato ) , anche perché i consumi di scorte in questo periodo sono davvero enormi soprattutto se permane un'escursione termica importante fra notte e giorno.
Fatto ciò si tiene in ordine l'apiario da fogliame e si procede a potare le piante e i rami che danno fastidio. Mi preoccupo inoltre di rimettere " a bolla " i blocchi che le talpe hanno fatto collassare e la cosa importante si portano avanti i lavori di laboratorio come l'inserimento dei cerei nei telai, tutti lavori importanti per partire già pronti. Si fanno anche previsioni su quello che sarà l'imminente sviluppo delle famiglie.
Un'altra cosa che faccio in questi giorni sono le prime osservazione di selezione futura, per esempio,
![]() |
| Piccola nevicata a cavallo fra 2018/19 |
quali sono le famiglie che escono prima a bottinare quando le temperature sono ancora basse, o quelle che hanno una ripresa esplosiva pur essendo su pochi telai.
Osservo anche le famiglie che pur essendo piccole passano bene la stagione invernale che per quanto mite comunque fa selezione. Insomma tengo monitorati quei caratteri che a mio avviso possono essere vincenti per affrontare questa scommessa climatica sempre più mutevole.
La dote fondamentale ora è avere pazienza e non farsi prendere noi stessi dalla enfasi di una stagione anticipata.
Ora a mio avviso serve contenere l'esplosività delle famiglie, dandole poi sfogo nel momento propizio, ma questo sarà argomento dei prossimi articoli.
Ora vi saluto e vado a prepara il quarto prototipo di stampo per fogli cerei.
Buona domenica dall'ape ubriaca.






Nessun commento:
Posta un commento