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giovedì 17 gennaio 2019

Sceratrice a vapore, strumento indispensabile.

Sceratrice a vapore Quarti
Un oggetto che non deve mancare a mio avviso è una sceratrice. 

La scorsa estate mi sono deciso a comprarla. Inizialmente avevo deciso di optare per un modello solare, poi però ho pensato che, dedicando l'attività di fusione soprattutto in inverno, non avrei avuto il calore necessario nel momento in cui mi serviva. 

La mia scelta è ricaduta allora sulla sceratrice a vapore, modello Quarti S41, da 10 favi DB da nido (acquista qui la tua sceratrice). Interamente in acciaio inox, si presenta robusta e leggera allo stesso tempo, non risulta ingombrante quindi è ideale anche per chi non ha molto spazio a disposizione. 

Vecchio telaio pronto per finire in sceratrice
Il rinnovo dei favi all'interno dell'arnia è una buona e doverosa prassi apistica che permette appunto la sostituzione dei telai vecchi e rovinati
con telai nuovi in cui è attaccato o meno il foglio cereo. 

La cera contenuta in questi telai può e deve essere recuperata mezzo sceratrice e venduta eventualmente a chi fa candele o altri usi. 
L'utilizzo è molto semplice, occorre una bombola di GPL, un fornello per sceratrice sul quale collocare la sceratrice. Occorre inserire la quantità di acqua fino al livello di sempre pieno, collocare i telai all'interno, in questo caso 10, e aspettare che il vapore sciolga la cera. 

Telai DB da nido pronti per la fusione 
Non occorre aspettare ore per vedere un costante livello di cera fusa uscire dall'ugello. Attenzione
perché se lo fate in una giornata di volo, non tarderanno ad arrivare tantissime api attirate dell'odore che pervade l'aria. 

Il risultato di questa lavorazione è un pane di cera che contiene ancora delle impurità che si depositano sul fondo dello stesso. Una volta raffreddato va tutto grattato e poi ripassato in sceratrice all'interno di un sacco di iuta per filtrare le impurità residue. 

Viene da se che oltre al recupero della cera dai telai da nido, la sceratrice è utilizzabile per il recupero della cera dei telai da melario e per la fusione della cera di opercolo, ovvero quella cera pura che si ricava dalla disopercolatura dei telai da melario nella fase di smielatura. 
Con questa cera stampo i fogli cerei internamente all'azienda così da chiudere il ciclo produttivo e immettere nuovamente la Mia cera nei Miei alveari.
I residui della fusione non li butto, li metto nella compostiera assieme ad altri residui organici e devo dire che viene un ottimo terriccio. 



2 commenti:

  1. visto che parli di attrezzature credo che una piccola camera calda per sciogliere il miele o per renderlo un po piu fluido per poterlo invasettare meglio sia necessaria al pari della sceratrice solare. Io me la sono autocostruita con un paio di 100€. Funziona ad aria calda , ha la regolazione digitale e va benissimo

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  2. si concordo, ho un attrezzo che usavo prima per la cera che vorrei convertire. Magari ci faccio un progetto sopra :)

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